Nel 2012 la giornalista Lucy Mangan del Guardian scrive:
Gli oggetti di cancelleria ci danno l’idea che possiamo essere più creativi di quanto siamo normalmente (soprattutto penne, quaderni, bloc-notes e album da disegno avrebbero questo effetto) e più organizzati (nel caso di agende e calendari). In un certo senso quindi hanno un significato metaforico. Inoltre sono generalmente poco costosi, quindi li si può comprare per gratificarsi un po’ anche se non se ne ha davvero bisogno. E tutto questo si aggiunge al senso di nostalgia per la propria giovinezza e, nel caso di alcune persone abituate ormai a scrivere solo con le tastiere, per la scrittura a mano, che qualcuno già percepisce come «un’antica arte» da preservare.